La cucina in Italia è considerata un’arte che ha secoli di sviluppo. La sua storia risale al XV secolo a.C., quando ci sono testimonianze di poesie e ricettari che parlano dell’importanza del cibo. Inoltre, venivano organizzate feste in cui si trascorreva una lunga giornata.
È nel XV secolo che viene introdotta per la prima volta la cucina italiana. Quest’area fu influenzata dagli arabi, che introdussero la pasta secca, e dai normanni, che portarono altri ingredienti. Già nel XVI secolo, gli chef scrissero importanti libri di cucina.
Oggi, la sua rilevanza è tale che possiamo trovare molte scuole di arte culinaria di alto prestigio in tutta Italia, come l’Accademia Barilla. In Piemonte troviamo anche l’ICIF, l’Istituto di Cucina per Stranieri. Anche in altri Paesi esistono corsi per conoscere questa gastronomia.
Questa disciplina non si studia solo nei grandi centri di formazione, ma si tramanda tradizionalmente di generazione in generazione. Sono soprattutto le madri e le nonne delle famiglie italiane a occuparsene.
Nella preparazione dei piatti si tiene conto dell’equilibrio e delle proporzioni e si combinano i vari ingredienti con grande precisione per ottenere sapori unici al mondo.
Esistono alcune regole o tradizioni gastronomiche che gli italiani sono soliti seguire. Ad esempio, ogni tipo di pasta è accompagnato da un condimento diverso (il ragù alla bolognese non va con gli spaghetti, ma con le tagliatelle). Inoltre, questo prodotto non viene mai abbinato al pollo.
Anche se un gran numero di ingredienti è diverso, questi sono i dieci più utilizzati:
- Olio d’oliva
- Pomodoro
- Aho
- Marisco
- Cereali
- Ebraico
- Verdure a foglia
- Noci
- Vino rosso
- Queso